Mauro Turrini
Il Governo Inglese ha annunciato che il 7 aprile p.v., in linea con le raccomandazioni espresse nella Gowers Review, ossia lo studio commissionato dal Ministero del Tesoro nel corso del 2006 a Andrew Gower, esperto di PI, e volto ad individuare le lacune ed i possibili punti di forza, presenti e/o futuri, del sistema di PI in Gran Bretagna, entrerà in vigore la nuova sezione 107A del Copyright, Design and Patents Act 1988 (CDPA). La nuova sezione attribuisce tra gli altri alle “trading-standards authorities” importanti poteri in materia di anti-contraffazione. I Trading standard officer, ossia i funzionari governativi competenti per materia, per effetto della riforma avranno, infatti, ora anche: i) la facolta’ di procedere ad acquisti a campione presso gli esercizi commerciali di merce potenzialmente contraffatta; ii) il potere di accesso all’interno delle sedi sociali e dei siti di produzione; iii) dei poteri ispettivi e/o di sequestro. A supporto di tali nuove iniziative il Governo inglese ha annunciato anche di avere già stanziato considerevoli somme di denaro (5 milioni di sterline ca). Questa iniziativa si inserisce nella più ampia strategia posta in essere dal governo inglese e descritta nell’Annual Enforcement Report redatto dall’IP Crime Group inglese. Il gruppo di esperti di PI e simili creato nel corso del 2004 dall’Ufficio brevetti britannico, infatti, è l’organo incaricato di definire le linee guida per la lotta alla contraffazione in Gran Bretagna. Tra le azioni consigliate dal Gruppo primeggia, in particolare, la predisposizione di un piano unitario ed articolato di azioni coordinate destinate ad integrarsi vicendevolmente, dalla attuazione di specifiche misure doganali, a mirate azioni di polizia, ai già menzionati poteri attribuiti ai “trading standards”, sino alle attive ispettive propriamente dette. Malcolm, Ministro del Commercio e dell’Industria britannico, si e’ detto fiducioso che tali iniziative (“more intelligence, more prosecutions and more criminals locked up”) convinceranno i cotraffattori che l’Inghilterra non e’ assolutamente un terreno facile su cui “operare”.
Nessun commento:
Posta un commento