Vieri Canepele
Passeggiando per la città di Monaco, capitale della Baviera, mi accorgo che, negli ultimi giorni gli spazi pubblicitari sono stati letteralmente invasi dai manifesti illustranti il nuovo, accantivantissimo prodotto lanciato da Marlboro, le sigarette Wides. La sera vado al cinema e, in attesa di un bel film dell´orrore, mi viene proposto un lungo, intensissimo minuto di pubblicità sempre delle nuove Wides a causa del quale, per poco, non mi metto, pesantemente, a fumare. Terminata la clip, e con essa l´ebbrezza da fumo, si accende una lampadina “ma la pubblicità dei prodotti da fumo non era bandita dalla legislazione comunitaria?”. In effetti la Direttiva n. 33/2003 sancisce, all´art. 3, il divieto di pubblicità a mezzo stampa dei prodotti in questione, fatta eccezione per le riviste destinate agli operatori del settore e per quelle stampate e pubblicate in Paesi extra-CE. Senonchè, con causa C-380/03, la Repubblica Federale di Germania ha promosso dinanzi alla CGCE un´azione per l´annullamento parziale della Direttiva stessa, con particolare riferimento agli artt. 3 e 4. Sono intervenuti nel procedimento anche Spagna, Francia e la Commissione CE. Il 26 dicembre scorso, tuttavia, la Corte si pronuncia ritenendo infondate tutte e 5 le censure mosse in sede di ricorso e condanna la Germania anche al pagamento dei costi del procedimento. Allora sorge spontaneo domandarsi: che ne è del famoso Rigore Tedesco quando si tratta di conformarsi alle pronounce della CGCE? A voi esperti l´ardua sentenza…
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