Lorenzo Litta
Forse si può considerare così il Marchio d'impresa. Un ramo dal quale ci si attende davvero frutti preziosi, un ramo dal quale far germogliare quegli Euro necessari a dare respiro a tutti gli altri per far si che l'albero/azienda non muoia. E sembra che lo stiano comprendendo anche le Società Sportive. Proprio ieri, anche l'A.S. Roma si è adattata alle recenti tendenze che vogliono la costituzione di una società ad hoc, nella fattispecie una S.r.l., a cui cedere il proprio segno distintivo. Lo scopo è quello ben noto di "implementare il progetto di valorizzazione del Ramo d'Azienda", costituito dalle attività connesse con lo sfruttamento commerciale del Marchio A.S. Roma e delle sue derivazioni, per le attività di merchanding, marketing e sponsorizzazioni, così come approvato dal Consiglio di Amministrazione della società nella seduta dell'11 ottobre 2006. La A.S. Roma avrà due preziose alleate in questa nuova avventura: la Brand Management Srl e la DAO Consulting Srl. Qualcuno, più informato e preparato di chivi scrive, ricorderà bene che la Covisoc era intervenuta nel mese di giugno per arginare l'uso dilagante della cessione dei marchi a società interamente controllate. Questa volta, dunque, "ci si prova" con il Ramo d'Azienda. Sembra che visto il calo degli spettatori e dell'interesse generale, verso un campionato declassato, l'unica via per incassare pochi Euro sia diventata quella di sfruttare il proprio marchio. E per coloro che trovano l'iniziativa priva di stile, bisogna ricordare che sono stati i londinesi dell'Arsenal i primi ad iniziare la battaglia in difesa del marchio...ricordate Mr. Reed e le sue sciarpette con i Gunners?
1 commento:
Curiosando su IPKat ho scoperto un caso che non conoscevo, molto simile a quello dell'Arsenal: "Dyer vs. Gallacher", segnalato dal Prof. Hector McQueen dell'Università di Edinburgo.
Dietro "Dyer" c'è il Glasgow Rangers Football Club.
In questo caso il Sig. Gallacher vendeva cappellini e sciarpe recanti il marchio dei Rangers senza alcuna autorizzazione.
Curiosamente un altro Gallacher, Ken, è autore di numerosi testi sui Rangers, che si possono acquistare anche online, e se controllate, sulle copertine non c'è mai il marchio del glorioso Football Club della Glasgow "protestante"...
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