Lorenzo Litta
I giornalisti de "Il Sole 24 Ore" sono stati più bravi e sono arrivati sulla notizia due mesi fa, il 7 settembre scorso. E qualche settimana fa si sono anche recati in Cina ad intervistare un ambizioso trafficante cinese, che rilancia "in 35 giorni garantiamo l'approdo sui mercati europei dei nostri articoli. A bordo delle nostre navi nessuno sa quello che viene trasportato, nemmeno l'armatore. I prodotti viaggiano senza etichetta ed in ogni porto si cambia la documentazione, così da non lasciare alcuna traccia. Singapore è un ottimo scalo per cancellare ogni indizio. A Whenzou portiamo i semilavorati. Spesso utilizziamo gli indirizzi di vere aziende tessili del Bangladesh: lì non controlla nessuno. Gli scali più comodi sono Napoli, Valencia e Algeciras. I controlli sono meno numerosi che al Nord. Ma io preferisco Amburgo, Rotterdam e Anversa: la merce che appare perfettamente in regola viene subito immessa nel Paese. Poi i nostri camion provvedono alla distribuzione. Ho referenti in tutti i Paesi ma avrei bisogno di un Coordinatore Europeo. Il problema è che in Europa non c'è molto dialogo tra le Nazioni, per quello mi serve un Coordinatore. Per ampliare il mio mercato...".
3 commenti:
Le famose "navi della contraffazione": un articolo davvero interessante... soprattutto è bizzarro che questo traffico continui indisturbato ad avvenire nonostante attraverso i giornali ciò sia divenuto di dominio pubblico!!!
questo è sicuramente l'articolo più accattivante fra tutti... pensavamo: "chi meglio di uno 'spacciatore' può comprendere le difficoltà dei rapporti internazionali al giorno d'oggi? rapporti su cui basa il proprio lavoro e la propria sopravvivenza??? evidentemente, pur in un mondo così tanto 'connesso', dall'altra parte della 'rete' non c'è nessuno che lo ascolta!!!" serena e ilaria
Purtroppo c'è fin troppa gente che lo ascolta nonostante tutto!
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