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03 luglio 2006

L'erba del vicino...

Giorgio Rodin


Le considerazione fatte la settimana scorsa al Corso dall'Ing. Iannone riguardo al sistema brevettuale italiano sono state tanto controcorrente quanto interessanti. Raramente, infatti, si sente parlare bene di un sistema che passa per essere strutturalmente superficiale e poco sicuro, soprattutto dal punto di vista della certezza del diritto. Le principali perplessità sono, in buona sostanza, sollevate dal fatto che nella procedura di brevettazione manca, a differenza dei paese europei e degli Stati Uniti, un esame sul merito del brevetto, volto, cioè, a verificare la effettiva non ovvietà dell’invenzione rispetto allo stato dell’arte, nonché che una invenzione uguale sia già esistente. Secondo i detrattori del sistema italiano questo sistema non darebbe certezza circa la bontà del brevetto, potendo ben verificarsi che il brevetto sia, successivamente, dichiarato nullo. La considerazione illuminante di Iannone è stata far notare come in un sistema opposto al nostro e considerato tra i più avanzati come quello statunitense la percentuale di brevetti annullati in sede giudiziale sia più o meno la stessa. Come dire che , qualunque sia il sistema brevettuale, la partita decisiva si gioca comunque davanti a un giudice. E perché ritenere migliori sistemi che effettuano costose ricerche di anteriorità, allungando i tempi e che, infine, non garantiscono una certezza maggiore del nostro? Con questo non voglio dire che il sistema brevettuale italiano sia sicuramente il migliore, ma una domanda del genere merita sicuramente studi e risposte più approfondite e più pragmatiche di quelli tentati sino ad oggi. In materie cosi delicate bisogna evitare facili provincialismi e pensare che l’erba del vicino sia sempre più verde

2 commenti:

Anonimo ha detto...

La considerazione dell'Ing. Iannone ha senza dubbio contribuito a sgretolare il mito dell'America quale modello a cui guardare sempre con ammirazione e "invidia"... come acutamente ha scritto il dott. Rodin, l'erba del vicino non è sempre la più verde, anzi, la considerazione di un altro relatore, l'Ing. Tiburzi, ben si lega a questa tematica. Infatti, Tiburzi, e poi anche lo stesso Iannone, sottolineavano che negli States "lasciano passare" tantissime invenzioni che di sostanza ne hanno ben poca... ovviamente ciò va a tutto vantaggio degli avvocati: non a caso negli Usa le cause di questo tipo si aggirano su cifre da capogiro e, non caso, la lobby degli avvocati è una della più forti in assoluto...

Anonimo ha detto...

L'opinione dell'Ing. Iannone, e che ha trovato molti di noi piacevolmante sorpresi, riflette in realtà l'opinione di altri operatori del settore che considerano il brevetto nazionale come agile strumento da usare sia per fissare una data di priorità che per ottenere un brevetto "minore"...