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07 maggio 2006

Semplificare senza Impoverire 2


Enrico Cogno

Afferma John Peers: “L’informazione che abbiamo non è quella che desideriamo. Quella che desideriamo non è quella di cui abbiamo bisogno. L’informazione di cui abbiamo bisogno non è disponibile”. Che fare, allora?

Per migliorare l’efficacia della comunicazione dobbiamo semplificare senza impoverire, sia nella comunicazione orale, sia in quella scritta. Non si tratta di parlare, ma di farsi ascoltare; non di scrivere, ma di farsi leggere.

Ecco alcuni suggerimenti elementari.
Oltre a porre gli esempi prima dei postulati, che vale per entrambe le forme di comunicazione, nella forma scritta è bene verificare, dopo una prima stesura, la leggibilità del testo. Lo studioso Rudolf Flesh ha concepito una formula che consente di misurarne la leggibilità, basata sul concetto che le frasi lunghe (con più di 25 parole), che contengono parole lunghe (con molte sillabe) sono più difficili da comprendere rispetto alle frasi brevi con parole corte.
In altre parole: “Forse siè più efficace di “Non si esclude che la risposta possa essere affermativa”.
Perché non semplificare, allora?
Su 100 parole dovrebbero esserci 10 periodi e non più di 230 sillabe.
Ecco la formula di Rudolf Flesh:
206 - (p + 0,6 s)
206 = parametro che consente il rapporto in %
(p) è il numero medio di parole per frase
(06) è il numero medio di sillabe per 100 parole.

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