Laura Di Iorio
Pochi giorni fa una catena di ristoranti di Vilnius (Lituania) è balzata agli onori della cronaca del Washington Post per la bizzarra richiesta di registrare l’odore della pizza appena sfornata come diritto facente capo al proprio marchio adducendo che, in base a delle indagini svolte tra i clienti, esso sarebbe distintivo del proprio prodotto tanto quanto il proprio trademark.
Cilija, questo il nome della catena, ha fatto richiesta al competente ufficio locale per ottenere la registrazione e se la domanda dovesse essere accolta questa società sarà l’unica a poter vantare un simile diritto.
Naturalmente si dubita che tale odore possa avere una adeguata rappresentazione grafica e possa quindi costituire un segno distintivo. Anzi, gli stessi competitors avvertono un “odore”, ma molto diverso da quello oggetto dell’asserito copyright: odore di bruciato, in altre parole, concorrenza sleale.
Cilija, questo il nome della catena, ha fatto richiesta al competente ufficio locale per ottenere la registrazione e se la domanda dovesse essere accolta questa società sarà l’unica a poter vantare un simile diritto.
Naturalmente si dubita che tale odore possa avere una adeguata rappresentazione grafica e possa quindi costituire un segno distintivo. Anzi, gli stessi competitors avvertono un “odore”, ma molto diverso da quello oggetto dell’asserito copyright: odore di bruciato, in altre parole, concorrenza sleale.
2 commenti:
A me pare più una, neanche troppo innovativa, trovata pubblicitaria...
Chissà come potrebbe svolgersi l'esame di un'improbabile giudizio di confondibilità?! Me la vedo già, una schiera di famelici giudici, con forchetta, bavaglio e coltello, impegnati nell'analisi del prodotto (una pizza fumante) e del suo preteso segno distintivo (il suo invitante profumino)!
Ma poi la descrittività dove la mettiamo? Un profumo di pizza che contraddistingue una pizza?! O forse la loro pizza profuma di lampone o di erba tagliata di fersco...beh in tal caso sarebbe tutta un'altra storia!
Infatti... lo stesso Washington Post da cui ho tratto la notizia classifica l'accaduto come una mera trovata pubblicitaria per attirare l'attenzione piu' che per ottenere un reale riconoscimento giuridico (marchio di odore)...
Attendo con ansia di conoscerne gli sviluppi...
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