Lorenzo Litta
Nelle scuole italiane si insegna la competitività. Competitività vuol dire cercare di sopravanzare gli altri. Non vuol dire competizione sana e costruttiva. Non c'è lo stimolo a fare sempre qualcosa di più. Forte è lo stimolo a bloccare l'iniziativa altrui. Si cerca di ostentare il poco che si sa. Non è "logico" mettere a disposizione del "gruppo" il proprio know-how. Risultato? Non si brevetta, si pubblica. E se non si brevetta non ci si innova, si diffonde la "conoscenza" e si perdono anni di ricerche. E qualcun altro, che non ricerca, brevetta. Non pubblica, brevetta. Il Prof. Abramo evidenzia come il rapporto pubblicazioni/ricercatore in Italia sia uno dei più alti su scala mondiale, quello brevetti/ricercatori uno dei più bassi. Conseguenze? Le nostre imprese non brevettano, non si innovano, non investono nella ricerca. E muoiono. Perchè non reggono il ritmo del mercato. Non possono sostenere una competizione con le aziende della "Cindia". Ai bambini nelle scuole bisognerebbe insegnare il valore del collettivo, così, forse potrebbero spiegarlo anche ai loro papà...
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