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10 maggio 2009

Tassa sui brevetti per invenzioni industriali...

Eleonora Fia

La Sentenza 10219/2009
della Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Ministero delle Attività Produttiva avverso la sentenza del giudice di merito che aveva ritenuto provato il pagamento della tassa annuale per il brevetto sulla base di una presunzione.

La Corte ha ribadito che il mancato pagamento della tassa per il brevetto, nei termini prescritti dalla legge, comporta per il titolare la decadenza dal brevetto. L'eventuale prova del pagamento deve essere data attraverso la produzione della documentazione relativa all'avvenuto pagamento e, rientrando la fattispecie in questione all'interno del sistema tributario vigente dove non è data la possibilità di provare i pagamenti delle imposte e delle tasse in modo diverso rispetto alla prova scritta, non può valere il sistema di prova basato su testimonianze e presunzioni .

L’obiettivo non è soltanto quello di proteggere l’interesse erariale alla riscossione delle tasse per il mantenimento del brevetto, realizzabile attraverso soprattasse, pene pecuniarie, coattivamente riscuotibili unitamente al tributo insoluto. La decadenza realizza, infatti, una finalità ulteriore, che si coglie osservando che, nel quadro di una costituzione economica che riconosce la libertà d’iniziativa, le privative industriali, sottraendo temporaneamente alla concorrenza produzioni tecnicamente innovative, si presentano quali regimi eccezionali dell’impresa. L’eccezionalità della privativa legittima la scelta legislativa di gravare il titolare del privilegio di particolari oneri e sanzionarne l’inadempimento con la perdita del privilegio.

1 commento:

Unknown ha detto...

Bisognerebbe assicurarsi in questo caso che chi ha perso i diritti al brevetto, sia stato prontamente informato dagli uffici responsabili di quanto dovuto.
Nel mio caso specifico l’azienda, nella quale sono membro del consiglio d’amministrazione, ha perso il diritto all’estensione di due brevetti d’invenzione da qualifica nazionale (approvati) a internazionali poiché fuori tempo (12 mesi dalla data del deposito) nonostante lo stesso ufficio presso il quale è stato fatto il deposito degli stessi, ci abbia suggerito d’estenderli senza però essere in grado di comunicarci successive informazioni. Rivolgendoci alla WIPO (conseguenza della mancata informazione presso gli istituti pubblici) abbiamo appreso con “tristezza” la notizia. Quel “ufficio brevetti” è presso la “Camera di Commercio di Gorizia”.
Speriamo le cose migliorino e il caso in questione non abbia similitudini con il nostro, allora ci sarebbe dell’ingiustizia nella cassazione della sentenza.
Dio vi possa illuminare prima d’emettere giudizio.