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11 febbraio 2009

"Batti le mani contro le cosce, sbuffa con il petto..."

Lorenzo Litta

E' questa la traduzione in italiano delle prime parole dell'Haka, la tradizionale danza del popolo dei Maori a cui è stata finalmente riconosciuta la proprietà intellettuale dal Governo Neozelandese.

Si tratta di un notevole passo avanti verso l'integrazione dei Maori. La Nuova Zelanda canta e balla e lo fa al ritmo roboante della Haka, divenuta celebre grazie agli All Blacks, la nazionale neozelandese di rugby, nello stile della Ka Mate. L'Haka spesso è stata considerata semplicemente, ed erroneamente, una danza di guerra pur esprimendo il sentimento interiore di chi la esegue, ed i suoi molteplici significati. Può essere una manifestazione di gioia, di dolore, una via di espressione libera che lascia a chi la esegue momenti di assoluta libertà nei movimenti.

Le istituzioni del "Paese della felce d'argento" hanno infatti riconosciuto la proprietà intellettuale ed i diritti di sfruttamento alla tribù dei Maori, come parte di un accordo per risarcire lamentele che risalgono a 160 anni fa. La danza, Ka mate, eseguita prima delle partite come sfida agli avversari, nacque infatti per opera del capo
guerriero Te Rauparaha della regione del Ngati Toa all'inizio del XIX secolo, dopo esser scampato alla morte mentre era inseguito dai suoi nemici.

Non solo: ai Maori è stato accordato un risarcimento di 63,72 milioni di dollari Usa e una parte del territorio distribuito tra l
a zona inferiore dell'isola settentrionale e quella superiore della meridionale. Il Primo ministro della Terra di Mezzo ha però affermato che ora non si aspetta che i Maori possano chiedere licenze, diritti di sfruttamento o imporre veti,magari proprio agli All Blacks.

La tribù Ngati Toa aveva già tentato più volte, ma senza riuscirci di imporre un diritto d'autore sulla Haka: ciò in quanto l'uso in campagne pubblicitarie internazionali aveva provocato indignazione tra i Maori perchè ne svilivano il suo significato culturale. In particolare fu la pubblicità della Fiat del 2006, in cui era un gruppo di donne ad eseguire la danza, storicamente consentita solo agli uomini, a fare maggiore scalpore.

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