Trademarks, Brands, Patents, Designs, Made in Italy, Copyrights, Competition Law, Contracts and Enforcement

01 ottobre 2008

A proposito del marchio Alitalia

Stefano Sandri

Si è fatto un gran parlare, a proposito del tormentone del salvataggio Alitalia, anche del suo marchio. Dando per scontato che il suo valore avrebbe attivato l’interesse degli investitori e facilitato la creazione di una nuova società. Nulla di più approssimativo ed incorretto.

Il marchio, infatti, come ben sanno tutti gli analisti della brand valuation, non è una entità immateriale, un asset dal valore stabile nel tempo
, ma è soggetto a tutta una serie di variabili, non tanto relative in questo caso agli elementi costitutivi della sua costituzione legale (capacità distintiva, in particolare), ma dettate dal mercato, dalle politiche aziendali, dalla concorrenza.

Tra queste, in primo luogo, l’avviamento, la credibilità, la custom satisfaction e la fidelity.


Ora, se c’è una cosa su cu
i tutti sono d’accordo, è appunto la constatazione che da tempo proprio quei valori si sono erosi nel corso degli ultimi anni, per essere messi definitivamente in crisi dalle ultime disgraziate vicende.

La domanda è: salva ed impregiudicata la capacità distintiva – nel bene e nel male – di contraddistingue il vettore aereo nazionale (la sbandierata… compagnia di bandiera), quanto vale oggi il marchio Alitalia?

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