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16 agosto 2008

Changyu mira all’esclusiva sulla traslitterazione cinese del Cabernet

Emanuela Verrecchia

Il 20 giugno 2008, il TRAB, la Commissione dei Ricorsi in seno all’Ufficio Marchi Cinese, ha pronunciato una decisione che dodici parti attrici, tra i quali alcuni dei più noti produttori cinesi di vino, Great Wall, Dynasty e Weilong, non hanno tardato ad impugnare dinanzi alla Corte d’Appello di Pechino. Gli esiti saranno resi noti nei prossimi mesi.

Oggetto del contendere è la traslitterazione cinese del marchio “Cabernet” (“解百纳”), in pinyin “Jie Bai Na”, che Changyu, una delle maggiori aziende vinicole cinesi, nonché la prima – negli anni Trenta - a produrre il Cabernet in Cina, ha cercato di fare proprio, attraverso ripetuti tentativi di registrazione, l’ultimo sette anni fa. Nel 2002, l’Ufficio Marchi Cinese, concede la registrazione, ma la concorrente Great Wall ne ottiene immediatamente la cancellazione, allegando il carattere meramente descrittivo del marchio. Changyu impugna con successo la decisione ed ottiene dal TRAB la pronuncia favorevole del 20 giugno scorso.

Il caso sta tanto a cuore ai produttori cinesi per evidenti ragioni commerciali. Un’inchiesta condotta dalla CCTV riferisce che, sino al 1998, Changyu era l’unico produttore cinese a commercializzare il Cabernet, mentre oggi sono entrati in scena altri trenta produttori, tutti ovviamente interessati a poter liberamente usare la dicitura “Jie Bai Na” (“解百纳”).

Nel 2007, il mercato del vino cinese ha avuto un giro d’affari di 15 miliardi di RMB (oltre 10 milioni di EURO), la vendita di Cabernet ha rappresentato il 10% del totale. Nel 2007, Changyu, grazie al Cabernet, ha realizzato quasi il 40% dei propri profitti.

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