Stefano Sandri
Non c’è confondibilità tra i due marchi BAUHOW e BAUHAUS.
Lo ha sostenuto il TPI nella sentenza T-106/06 del 23 gennaio 2008, a proposito della opposizione presentata dalla holding Demp BV contro l’azienda tedesca BAU HOW GmbH, titolare dell’omonimo marchio richiesto ad Alicante. I prodotti erano sostanzialmente identici (machines e materiali utilizzati nell’industria o le costruzioni destinati in parte ad un public spécializzato e in parte al pubblico generale e come tali commercializzati in maazzini o esercizi per il bricolage).
La sentenza ha ritenuto che le differenze dal punto di vista visuale tra i due marchi sono marcate e, tenendo conto sia delle modalità di vendita sia del livello di attenzione dei consumatori rilevanti dei territori interessati dai marchi dell’opponente, l’aspetto fonetico e quello concettuale passano in secondo piano. La sentenza conferma l’orientamento sempre più evidente della giurisprudenza comunitaria a sganciarsi dallo schematismo del parametro del consumatore ‘medio’ e di giudicare con maggior libertà – e realismo – dei criteri visuali, fonetici e concettuale in modo anche indipendente a seconda delle circostanze.
Nessun commento:
Posta un commento