Lorenzo Litta
Tutti per uno, uno per tutti. La WTO in difesa degli Stati Uniti e di chiunque sia interessato alla protezione dei diritti di proprietà intellettuale. L'Organizzazione Mondiale del Commercio ha infatti istituito, su richiesta degli Stati Uniti, un panel d'indagine sul livello di protezione dei diritti di proprietà intellettuale in Cina, inserendosi così nella storica contesa tra gli Usa e il colosso asiatico sulla libera disponibilità di film e software, coperti da diritti di prorietà intellettuale, nelle citta' cinesi. Secondo gli yankee la Cina non avrebbe infatti stabilito misure e pene per contrastare la contraffazione e la pirateria su scala commerciale (e come dargli torto...?). Nonostante i progressi (lenti) compiuti da Pechino, e riconosciuti anche dagli Stati uniti, i negoziati tra i due Paesi non hanno ancora fugato i timori americani. Washington e' tornata cosi' alla carica con una seconda richiesta per istituire nell'ambito della WTO un panel di indagine. Pechino, in una nota, si e' detta fiduciosa che le misure adottate per proteggere i diritti di proprieta' intellettuale e il copyright siano in linea con la regolamentazione della Wto. Per la cronaca il panel avrà poi circa sei mesi di tempo per esaminare il caso dal momento in cui verra' ufficialmente nominato. E quindi dovremo attendere almeno altri sei mesi per un responso. Eppure, sempre per la cronaca chi scrive aggirandosi per le vie di Hong Kong, Macao, Shenzhen e Guangzhou non avrebbe incontrato difficoltà ad acquistare CD "originali cinesi" a meno di un Euro...
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