Trademarks, Brands, Patents, Designs, Made in Italy, Copyrights, Competition Law, Contracts and Enforcement

24 agosto 2007

Se brevettassero ci sarebbero tante SPAM?

Lorenzo Litta

La domanda nasce spontanea? E se autorizzassero la "brevettabilità" dei farmaci tout-court anche in India avremmo comunque la casella di posta intasata da tante SPAM? Il Tribunale di Chennai, nel sud dell'India, ha respinto il ricorso della multinazionale farmaceutica Novartis contro la normativa nazionale in tema di brevetti, che non riconosce i diritti di proprietà intellettuale per quei prodotti creati attraverso piccole modifiche apportate alle vecchie formule dei medicinali. I giudici hanno sentenziato che non rientra tra le loro competenze stabilire se la legislazione vigente in India sia compatibile o meno con i principi fissati dalla WTO sull'ampiezza della proprieta' intellettuale e sulla sua tutela. Ricordando che fino al 2005 l'India non riconosceva alcun brevetto farmaceutico, e che si è poi dovuta adeguare alle nuove regole in materia imposte dall'agenzia ONU anche ai Paesi in via di sviluppo, questa decisione appare inserirsi adeguatamente nel contesto. La legge sui brevetti approvata da New Delhi conserva ancora alcune misure di salvaguardia, come quella secondo cui i brevetti sono concessi solo per i farmaci "realmente innovativi". Questo significa che si possono produrre versioni generiche e a basso costo di alcuni medicinali essenziali, senza per questo esporsi al rischio di essere trascinati davanti ad una Corte. La Novartis aveva dunque fatto causa al Governo Indiano proprio per ottenere una più facile e ampia protezione delle prerogative relative allo sfruttamento dei propri ritrovati e alla commercializzazione dei relativi prodotti. Il Tribunale ha respinto dunque e noi continueremo, probabilmente, a ricevere antipatiche SPAM di Viagra Indiano superscontato...

2 commenti:

Blogmaster ha detto...

Qualche notizia in più sul caso potete trovarla qui:

http://www.ipsnotizie.it/nota.php?idnews=991

Blogmaster ha detto...

I gruppi di attivisti che chiedono farmaci economicamente più accessibili continueranno la campagna contro la grande azienda farmaceutica svizzera Novartis AG, la cui controversa petizione in opposizione alle leggi indiane sulle licenze che avrebbero violato gli accordi dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) è stata respinta dall’Alta Corte di Madras, nella città meridionale indiana di Chennai.

Il Dr. Gopal Dabade, presidente del Drug Action Forum (DAF-K) dello stato di Karnataka, e membro di All-India Drug Action Network (AIDAN), ha spiegato all’IPS che l’azienda viene boicottata anche per i suoi appelli all’Alta Corte di Madras indirettamente collegati.

Novartis ha presentato un nuovo ricorso l’8 agosto, un giorno dopo aver perso l’istanza contro il Patent Act indiano presso l’Alta Corte di Madras, opponendosi alla scelta di S. Chandrashekaran come membro tecnico dell’Intellectual Property Appellate Board (IPAB), ente recentemente costituito in base al Patent Act indiano. Nel gennaio 2006, l’assistente al controllo dell’ufficio indiano per le licenze aveva respinto la richiesta di licenza per Gleevec/Glivec, farmaco di Novartis contro il cancro, ed era stato appoggiato da Chandrashekaran, all’epoca controllore generale.

Successivamente Novartis presentava istanza all’Alta Corte di Madras contro quella specifica decisione, per aver eliminato l’ufficio delle licenze e creato l’IPAB, dove discutere il ricorso per la licenza al Gleevec che era stata respinta. L’IPAB era stato creato in seguito, e Chandrashekaran ne era diventato membro.

È stato bocciato un primo ricorso dell’azienda all’IPAB per destituire Chandrashekaran, basandosi sulla sua presunta “parzialità” nei confronti di Novartis, per aver aveva precedentemente respinto la richiesta di licenza. Presentandosi poi all’Alta Corte di Madras, l’8 agosto Novartis ha ottenuto un ordine di sospensione per tutti i suoi dossier presso l’IPAB, in attesa che quel ricorso venga trattato.

“Chiedo prudenza su quest’ultima richiesta di Novartis, perché la compagnia potrebbe approfittare dell’attuale euforia tra gli attivisti, e spostare l’attenzione pubblica dal suo programma”, ha detto Dabade.

DAF-K e AIDAN hanno rilanciato la campagna contro i farmaci Novartis e inviato lettere alle 480 branche dell’Associazione medica indiana nello stato di Karnataka, chiedendo attenzione sul problema.

Anand Grover dell’associazione Lawyers’ Collective, che a nome della Cancer Patients Aid Association si era espresso contro la richiesta di Novartis, non teme l’ultimo ricorso della società né il successivo ordine di sospensione all’IPAB, e non vede alcuna relazione tra il ricorso e la legge indiana per le licenze.

“Adesso dovremmo fare attenzione e capire se la pressione sul governo indiano riuscirà a modificare la legge sulle licenze”, ha detto all’IPS Grover.

Il Dr. Amit Sengupta del Delhi Science Forum, che lavora alle politiche pubbliche per la scienza e la tecnologia, e si batte contro la richiesta di licenza di Novartis, conferma l’opinione di Grover. “La vittoria in tribunale è un grande sollievo. Adesso ci chiediamo fino a che punto il governo difenderà la legge sulle licenze”, ha detto Sengupta. “Bisogna vedere se riuscirà a resistere alle pressioni commerciali e agli altri interessi”.

Tuttavia, i gruppi civici esultano per la vittoria su Novartis contro eminenti avvocati, tra cui Soli Sorabjee, che aveva lavorato nell’ufficio del procuratore generale, e Shanthi Bhushan, ex ministro della giustizia della federazione indiana.

“Questo rappresenta un notevole deterrente contro le petizioni inutili, soprattutto da parte di aziende private che si oppongono alle leggi sovrane dell’India”, ha dichiarato Prasanna, attivista di Bangalore per l’organizzazione Jan Swasthya Abhiyan, ala indiana dell’associazione globale People’s Health Movement.

Nell’aprile 2005, il governo indiano - in quanto firmatario dell’OMC e degli accordi commerciali sulla proprietà intellettuale (TRIPS) - aveva modificato la legge per riconoscere licenze ventennali sui prodotti, annullando così le licenze nazionali di 7 anni sui processi.

Molti farmaci generici o prodotti con la licenza scaduta sono stati costretti a uscire dal mercato, a meno che, secondo la clausola 3D del Patent Act, non si riesca a dimostrare che la richiesta di licenza non sia “nuova” o preveda un processo di ricerca innovativo.

L’ufficio indiano delle licenze aveva respinto la richiesta per il Gleevec perché non sufficientemente innovativo.

Novartis si è opposta alla clausola 3D giudicandola ambigua e contraria a quanto stabilito nei TRIPS, e ha fatto ricorso per la licenza del Gleevec.

“I paesi in via di sviluppo e agenzie internazionali come l’UNICEF e la Fondazione Clinton contano molto sull’importazione dall’India di farmaci economicamente accessibili: l’84 per cento dei farmaci per l’Aids prescritti da Medici senza frontiere (MSF) ai suoi pazienti in tutto il mondo vengono da aziende indiane di farmaci generici”, ha detto Christophe Fournier, direttore internazionale di MSF.

“Si dovrebbe anche rivedere il modo in cui multinazionali come la Novartis vengono premiate da agenzie Onu”, ha detto la Dr. Thelma Narayan della Community Health Cell di Bangalore, ex membro di Jan Swasthya Abhiyan.

“Questo si chiama ‘bluewashing’ (con un riferimento ai colori dell’Onu)”, ha detto Narayan, che chiede all’Onu di rinnovare il sistema di assegnazione dei premi, prendendo in considerazione la storia globale di un’azienda.

Anche Debade ritiene che la “storia ambigua” dell’azienda dovrebbe essere raccontata pubblicamente. Novartis è stata creata nel 1996 dall’unione di Sandoz, Ciba e Geigy società che appartenevano al noto cartello chimico tedesco IG Farben, responsabile di aver prodotto Zyklon B, gas letale usato nei campi di concentramento nazisti.

Nel frattempo, Novartis ha deciso di sospendere la richiesta di licenza in questo paese per il farmaco anti-Hiv “Atazanavir”, rilasciando il 16 agosto una dichiarazione pubblica. Come reazione alla sentenza dell’Alta Corte di Madras, Novartis ha inoltre affermato che sposterà dall’India grandi investimenti. “Questo (la sentenza) non ci invita a investire su ricerca e sviluppo in India, come era invece nelle nostre intenzioni. Piuttosto, investiremo in paesi che ci sostengono”, è la dichiarazione del responsabile di Novartis Daniel Vasella, riportata il 22 agosto dal giornale inglese “Financial Times”.

Secondo Novartis, il sistema indiano delle licenze soffoca l’innovazione che potrebbe invece migliorare un farmaco rendendolo iniettabile o più facile da assumere per via orale.