Trademarks, Brands, Patents, Designs, Made in Italy, Copyrights, Competition Law, Contracts and Enforcement

06 maggio 2007

MADE IN ITALY: Anche l'olio diventa trasparente!

Laura Di Iorio


Tutto cominciò con la legge 204/2004 che sanciva l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza dei prodotti agricoli in tutti gli alimenti, legg
e ottenuta grazie a un milione di firme raccolte da Coldiretti. Un punto positivo di cui andare fieri: grazie alle norme sull'etichettatura di origine prevista per il latte fresco, la carne di pollo, la passata di pomodoro, è proprio il Bel Paese a svolgere la funzione di avanguardia in Europa nelle politiche rivolte allasicurezza alimentare, implementando il processo europeo relativo alla tracciabilità con l'estenzione dell'obbligo di indicazione dell'origine della componente agricola impiegata (in vigore in UE percarne bovina, uova, miele e ortofrutta fresca). Ed ora un nuovo passo in avanti verso una maggiore trasparenza delle etichette: la tracciabilità dell'olio. Basti pensare che oltre metà dell'olio "italiano" è ottenuto dalla spremitura di olive di cui non si conosce la provenienza, problematica emersa nella conferenza indettta dalle maggiori associazioni di settore, quali Coldiretti, Slow Food e Unaprol, per presentare il decreto del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali che ha posto fine a questa situazione di oscurità. Questo decreto segna una svolta importante, soprattutto se siconsidera che l'olio è il prodotto simbolo della dieta mediterranea nel mondo ed è vittima di frodi e sofisticazioni che a volte ledono anche la salute dei consumatori. Dunque, una normativa voluta per evitare di "spacciare" per "Made in Italy" il risultato di miscugli di olive che, al più, possono definirsi mediterranee (greche, spagnole e tunisine le più utilizzate). Entro 90 giorni dalla pubblicazione, il decreto, che è ora al vaglio della Commissione Europea, entrerà in vigore, per cui,"al fine di assicurare la rintracciabilità dell'olio di oliva vergine ed extravergine" e prevenire frodi nella sua messa in commercio, sarà obbligatorio riportare in etichetta l'indicazione della zona geografica di coltivazione delle olive e ubicazione del frantoio nel quale è estratto l'olio. Le sanzioni previste per i trasgressorisaranno di € 9.500,00 per ogni infrazione! Ciò consentirà di appurare l'origine delle olive impiegate, senza fare esclusivo affidamento sull'origine del marchio (basti pensare che idue colossi italiani, Sasso e Carapelli, sono passati sotto la bandiera spagnola). E non solo. Infatti, all'estero le molteplici contraffazioni "italiansounding" (per es. l'olio "Romolo" venduto a Shanghai o il "TuscanSun" e "Pompeian olive oil" degli States), il cui giro d'affari supera quello dei prodotti originali, sviliscono e tradiscono i sapori e le caratteristiche degli originali. Insomma, l'etichetta sull'origine restituisce identità, dignità e sapore agli alimenti ed è un doveroso riconoscimento per coloro che lavorano per produrli... "leggere con attenzione"!!!

1 commento:

Ida P ha detto...

Post molto interessante soprattutto considerando che l'etichettato ed il packaging dei prodotti alimetari, soprattutto protetti da Indicazione geografica, sono temi caldi all'ordine del giorno.
Il problema che si relaziona alle contromisure a favore della tracciabilitá dei prodotti é soprattutto quello di stabilire quali possano essere i costi e se soprattutto con il packaging in loco si possano diminuire le esportazioni dei prodotti tipici.