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08 gennaio 2007

Miracolo Cinese

Barbara Speranza

Pechino - L'11 dicembre scorso ricorreva il quinto anniversario dell'ingresso della Cina nell'OMC. In questi ultimi cinque anni la Cina è diventata la quarta maggiore economia mondiale, nonché il terzo maggiore esportatore (dopo USA e Germania) e le previsioni dicono che nel 2010 sarà al primo posto. Pechino ha superato Tokyo in quanto a riserve di valute estere, con 1 trilione di dollari a fine ottobre e, secondo la Banca mondiale, in quest'ultimo quinquennio la Cina ha contribuito per il 15% alla crescita economica mondiale e i suoi prodotti hanno letteralmente invaso i mercati mondiali. Ciononostante, la RPC è ben lungi dall'avere risolto problemi quale quello relativo alla tutela della proprietà intellettuale e ben il 70% dei prodotti contraffatti (e di bassa qualità) presenti sul mercato europeo è di provenienza cinese. Il Paese sta inoltre pagando un prezzo davvero insostenibile in termini di ambiente, ordine sociale e istituzioni. Il quarto di secolo di crescita economica è infatti trascorso senza alcun rispetto per l'ambiente e oggi la Cina è il secondo maggiore consumatore mondiale di energia e il secondo produttore di gas serra. Gli esperti osservano che nella Nazione non esistono fiumi non inquinati e non vi sono piogge che non siano acide. Infine, la corruzione é ampiamente diffusa tra funzionari pubblici e imprenditori a ogni livello e ogni settore. In particolare, la mancanza di una vera riforma fondiaria ha portato all'esasperazione i contrasti tra città e campagna, causati dalle immense differenze sociali. Insomma, il quadro è tutt'altro che roseo. Miracolo o disastro cinese?

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