Quando si parla di contraffazione solitamente si ragiona solamente in termini economici e fiscali. Raramente si guarda al problema dal punto di vista della percezione dell’illecito nei consumatori, la cui coscienza è spesso blandita dalla soddisfazione per aver acquistato una copia perfetta dell’originale a prezzo irrisorio. La contraffazione non riguarda, però, solo l’abbigliamento o il design, ma molti altri settori, nei quali i beni contraffatti possono addirittura rivelarsi pericolosi per la salute dello stesso acquirente. Può, in questa chiave, essere interessante svolgere una penetrante opera di sensibilizzazione presso il pubblico. L’inglese ACG (Anti-counterfeiting-group), associazione fondata nel 1980 e comprendente più di 200 società in 30 diversi paesi, ha pubblicato, sul suo sito www.acg.com, una lista dei possibili rischi dei falsi, potenzialmente pericolosi per la salute e l’incolumità dei consumatori. Ecco alcuni esempi: ALCOL: spesso quello falso contiene metanolo, sostanza che può portare la cecità e, a determinate condizioni essere addirittura fatale; PROFUMI: se falsi possono causare eczemi o bruciature; GIOCATTOLI: i giocattoli falso possono essere dipinti con vernici ad alto tasso di piombo; SIGARETTE: spesso contaminate con plastica o sabbia, possono arrivare a contenere il 75% di più di catrame e il 30% di nicotina; STRUMENTI: pile che esplodono, dischi di freni pieni di sabbia compressa, trapani che si spezzano in mano, strumenti elettrici coi collegamenti non sufficientemente isolati etc; ma soprattutto MEDICINE, nelle quali il più delle volte manca il principio attivo (che è ciò che alza il prezzo), ma spesso contiene anche elementi pericolosi. Far conoscere i veri rischi dei falsi può, quindi, essere un efficace strumento per controbilanciare la forza attrattiva che i loro prezzi bassi hanno sul consumatore.
14 luglio 2006
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1 commento:
Come giustamente evidenzia Giorgio, a volte la contraffazione ha degli effetti che trascendono il mero danno patrimoniale o di immagine all'azienda titolare della privativa, e la lotta alla contraffazione passa allora anche da una maggiore sensibilizzazione del consumatore. Un altro caso è quello delle CALZATURE, realizzate con pelli trattate con reagenti chimici cancerogeni, che ormai in Italia (e in EU, alla faccia dell'opposizione di alcuni Stati comunitari ai dazi doganali richiesti dalle associazioni di categoria) sono fuori legge. Il problema, allora, non è più quello di consentire agli industriali più spregiudicati di alzare i margini di contribuzione, né quello di comprare a "tanto" un prodotto pagato "poco", ma quello di essere consumatori attenti e informati oltre la media.
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