Mauro Turrini
La vittoria dell’Italia ai Mondiali di Germania 2006 non è stata solo la rivincita degli “azzurri” che, di fronte a scandali, sospetti e frasi piu’ o meno maliziose della vigilia da parte di critica ed addetti ai lavori (v. Franz Beckenbauer ed il suo: “l’Italia avrà ciò che si merita sul campo….”), sono riusciti a rimanere uniti e concentrati sino in fondo, ma è stata anche la vittoria degli amanti della cabala, che vede gli uomini di Marcello Lippi salire sul tetto più alto del Mondo esattamente 12 anni dopo l’ultima finale persa ad USA ’94, preceduta a sua volta da quella vinta a Spagna ‘82, confermando così la “regola del 12" azzurro. Ma quella ai Mondiali è stata ancora, e forse più, la grande vittoria, e perchè no rivincita, di Rudolf Dassler, l’imprenditore tedesco che sin dal lontano 1948, anno di fondazione della sua ditta (Puma – sponsor tecnico della Nazionale Italiana di calcio) sulle rive del fiume che divide in due la piccola cittadina della Franconia di Herzogenaurach, si vede costretto a rincorrere il grande nemico e rivale Adolf Dassler (Adidas - sponsor tecnico della Nazionale Tedesca di calcio) in quella che è forse la lotta fratricida più avvincente del mondo dello sport non giocato. Beh, ora dopo tanto rincorrerete è “Rudi”, così come veniva comunemente chiamato dagli amici, a poter finalmente “tirare il fiato” ed a sorridere, insieme agli altri grandi vincitori di qust’estate Mondiale, la Federazione Italiana Gioco Calcio ed i Nostri Meravigliosi Leoni Azzurri (questi ultimi, rispettivamente, 4 milioni e 250.000 euro di premio per il trionfo del 9 luglio).
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