Alberto Bellan
Se ne parlava da un po', ma questa sembra la volta buona (o cattiva, a seconda dei punti di vista). Nel meeting di ICANN tenutosi a Parigi, alla fine del mese di giugno, gli oltre 1.500 delegati provenienti da 70 Paesi diversi hanno votato per quello che nell’ambiente è già stato soprannominato il “domain name big bang”. Entro la fine di quest’anno sarà possibile registrare, oltre ai Secondary Level Domains (SLD), anche un numero potenzialmente infinito di TLDs (Top Level Domains).
Se per un indirizzo tipo “parolecomplicate.it” sino ad oggi era possibile registrare solo “parolecomplicate” (il SLD), da gennaio dell’anno prossimo sarà possibile inventarsi anche un TLD, la parte dopo il punto: potrei registrare, ad esempio, parolecomplicate.milano, che non è niente male. Oppure parolecomplicate.louisvuitton, o parolecomplicate.voglioandareinvacanza.
La liberalizzazione è ufficialmente mossa dall’intento di incrementare le possibilità di sviluppo della rete in direzioni sempre nuove e diverse, anche se molti hanno osservato come al portafoglio di ICANN (non-profit organization, per altro) la registrazione di TLDs male di certo non farà.
A prescindere dai motivi, per chi si occupa di tutela dell’IP in internet si apre un mondo nuovo, il mondo dopo il punto. Con la riforma le possibilità di cybersquatting, che fino ad ora avevano riguardato solo i SLD, raddoppiano: un marchio potrebbe essere illegalmente inserito anche nell’ultima parte del nome a dominio.
Per tentare di arginare il fenomeno, di per sé aumentato del 7% (per quanto riguarda i gTLD) nell’ultimo anno, ICANN ha affidato ad un gruppo di 18 esperti in materia di tutela dei marchi in rete (IRT) la redazione di un rapporto strategico contenente “a tapestry of globally-effective solutions” per la disciplina riguardante la registrazione dei nuovi TLDs.
Il gruppo di lavoro ha proposto diverse soluzioni innovative, tra cui l’istituzione di un nuovo ente, la “IP Clearinghouse”, incaricato di ricevere, controllare e validare le richieste di costituzione di nuovi TLDs alla luce della loro conformità ai diritti IP preesistenti e la previsione di un procedimento ultraveloce per la sospensione immediata di un sito in palese contraffazione di un marchio.
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