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30 agosto 2007

Violazioni brevettuali e mulini a vento

Lorenzo Litta


A volte bisognerebbe dire: quando la violazione di un brevetto non c'è, bisogna inventarla. Questo sembra essere il pensiero di una piccola IP Firm americana che ha avanzato una denuncia penale in grado di coinvolgere grandi colossi del web messi sotto accusa per aver violato un brevetto destinato ora a far discutere. Il brevetto è registrato presso lo USPTO al numero 6,411,947 e protegge, tra le altre cose, anche il sistema di autoresponder previsto nei più grandi servizi di posta elettronica. Le parti: l'accusa Polaris IP, la difesa, una corposa compagnia: Google, Yahoo, Amazon.com, A9.com, Borders, AOL e IAC/InterActiveCorp (per Ask.com). La denuncia è stata depositata, come ormai di consuetudine, presso la corte distrettuale del Texas, ove cause simili sembrano trovare particolari trattamenti di favore (d'altra parte il Forum Shopping è uno sport). Il brevetto conteso descrive un sistema in grado di restituire una risposta di output sulla base del materiale analizzato. Per questo motivo anche il sistema AdSense di Google è sotto accusa: la proposta di inserzioni specifiche basate sulle informazioni contenute sulla pagina tratteggia un disegno di quello che il brevetto va a tutelare. Al momento non giungono commenti dalle parti in causa, ma difficilmente la Polaris IP potrà portare a compimento il proprio percorso accusatorio in quanto il tutto metterebbe in discussione gran parte dei servizi del web e le loro rispettive strutture. Per la Polaris IP, le cause brevettuali impossibili sembrano una vera e propria passione: un'altra causa è già in atto contro Art Technology Group, Oracle e Sirius Satellite Radio e l'azienda non risulta avere in piedi alcuna altra attività se non quella dei procedimenti legali di tutela di opinabili proprietà intellettuali. D'altra parte quando si vogliono fare le battaglie ai mulini a vento...

via webnews.html.it

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